IL POWERLIFTING IN ITALIA

CENNI STORICI E TECNICI a cura di IVANO GIUSTI (Coach)

Innanzi tutto vorrei sottolineare che il Powerlifting in Italia è rappresentato dalla FIPL (Federazione Italiana Powerlifting), unica federazione riconosciuta dalla IPF e dalla EPF (International and European Powerlifting Federation) organismi a loro volta riconosciuti dal GAISF, organizzatore dei WORLD GAMES, e quindi dal CIO (Comitato Olimpico Internazionale).
La FIPL ha ottenuto nel 2004 il riconoscimento come federazione autonoma, sia tecnicamente che amministrativamente, da parte del CONI.

Il Powerlifting nasce in Italia nei primi anni 70.
All’inizio vi erano solo due specialità: lo SQUAT e la PANCA.
Dal 1978, anche per uniformarsi e potersi iscrivere alla IPF e EPF e quindi poter competere a livello internazionale, fu introdotto lo STACCO DA TERRA.

Il Powerlifting ebbe la sua consacrazione nel 1983, anno in cui 7 appassionati, tra i quali chi scrive, fondarono la FIPL, uscendo dallo stato di fratello minore del Body Building in cui era relegato in Italia.
Il Powerlifting è composto, come dicevo, da tre specialità, che sinteticamente vado a descrivere:
SQUAT: con il bilanciere sulle spalle si esegue un’accosciata fino a che l’intersezione dell’anca con il bacino è al disotto della linea superiore delle ginocchia.
PANCA: distesi su una panca con il bilanciere sulle braccia tese, si piegano le stesse fino a che il bilanciere tocca il petto, dopodiché si distendono di nuovo le braccia per tornare alla posizione iniziale.
STACCO DA TERRA: si solleva il bilanciere da terra fino al raggiungimento della posizione eretta con le gambe distese e le spalle dritte.

E’ chiaro che ogni esercizio consta di ulteriori regole: dal tempo a disposizione per l’esecuzione, al rispetto degli ordini e segnali arbitrali (tre arbitri in pedana di gara di cui uno adibito a ciò), all’abbigliamento ed all’equipaggiamento personale.
Tutto ciò che concerne i regolamenti potrete trovarlo sul sito della FIPL :
www.powerliftingitalia-fipl.it/Documenti_Regolamenti.htm

Vorrei spendere infine alcune parole sulla presunta e ingiustificata pericolosità del Powerlifting. Niente di più errato perché il carico, anche quando è elevato, è sempre sotto controllo dell’atleta, non “gli arriva mai di colpo”. Ulteriore prova della non pericolosità l’abbiamo nella longevità agonistica dei Powerlifter, infatti ci sono gare master per atleti oltre i 60, 70 anni. Il Powerlifting, anzi, aiuta la costruzione fisica e psichica dell’atleta e quindi... buon Powerlifting a tutti.

IVANO GIUSTI (Coach)




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